
C'era una volta un ciliegio che camminava per il mondo. Gli alberi di solito se ne stanno con le radici ben piantate per terra e vederne uno cammina può fare una tale brutta impressione che, un minuto dopo, lo si è già dimenticato!
Così il ciliego aveva finito per pensare di essere invisibile e anche un po' triste.
Guardava gli altri alberi, che come lui a primavera si ricoprivano d' un bel manto rosa e perlaceo
e d'estate rosseggiavano di frutti succosi
e capiva che, diversamente da lui, avevano ben chiaro dove stare.
Piantate in fondo a conche accoglienti, conficcati sulle poppe di dolci colline, o sistemati in filari dritti e un po' improbabili (poco importa),
ognuno aveva il suo posto nel mondo.
Persino gli uccelli e le creature selvatiche diffidavano della sua presenza e
se un momento di distrazione consentiva loro di posarsi sui suoi rami,
al primo cenno d'instabilità scappavano speventati:
anche le creature dell'aria,
gli acrobati del bel cantopretendevano, per metter su famiglia,
l'affidabilità di un ramo quasi immobile!
Un giorno, anzi una notte di primavera,
quando le prime gemme portavano la promessa dei fiori e dei frutti
e lo facevano sentire più vivo che mai e più che mai prigioniero della sua esistenza senza pace, che non aveva scelto ma che nemmeno pensava diversa, riposava in un posto qualunque. Improvvisamente
sentì uno schianto che proveniva dal suo interno:
rimase immobile, paralizzato dalla paura, forse qualcosa dentro gli si era spezzato!
sentiva le sue radici affondare e affondare.
come prolungamenti invisibili fendevano la terra indurita,
fino a raggiungere l'acqua salmastra, dall'altra parte del globo.
Non c'era bisogno di muoversi e non c'era bisogno di fermarsi:
dunque avrebbe voluto essere, c'era già.
Con questo sogno di felicità, s'addormentò beato.
Si risveglio che il sole era già alto nel cielo.
C'era una piccola casa vicino: la porta si dischiuse: "Guarda mamma!! E' cresciuto un ciliegio!!"
gridò raggiante un cucciolo d'uomo pieno di stupore.
"Ma certo", lo accarezzò la donna vicino a lui,
senza alzare lo sguardo.
di Miriam Zucchiatti
Milano, Aprile 2010
1 commento:
Miriam e Mia Amore Grande... Arsim M.
Amo Miriam !
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